Titolo con il quale viene indicato un poemetto di incerta attribuzione,
costituito da una corona di 232 sonetti e di ambiente sicuramente toscano. Il
titolo fu attribuito da F. Castets, il primo editore dell'opera, contenuta in un
codice di pergamena nella Biblioteca interuniversitaria di Montpellier e
risalente al XIV sec. L'opera sarebbe stata composta nel terz'ultimo o nel
penultimo lustro del Duecento e si presenta come una sorta di breve riduzione
della parte narrativa del
Roman de la rose. L'autore, nominato nel testo
come Durante, non è stato ancora identificato con sicurezza, anche se
l'ipotesi che si tratti di Dante Alighieri sembra allo stato attuale degli studi
molto probabile; essa è stata sostenuta con particolare vigore da G.
Contini, che attribuisce il poemetto a Dante soprattutto sulla scorta di
elementi formali e concettuali, che accomunano il
F. alle opere maggiori
del poeta.